L’Editoriale di Marco Bucarelli

30 gennaio 2024

Una pagina intera su La Gazzetta dello Sport, dove il presidente Chimenti risponde a distanza all’articolo pubblicato venerdì scorso da Il Fatto Quotidiano e ai detrattori (come li definisce lui) che criticano lo stato di salute della Federgolf, sta generando altre polemiche nei confronti del golf italiano e dei bilanci disastrosi della Federazione Italiana Golf.

Un’intervista, quella rilasciata dal prof. Chimenti, dove sono snocciolati numeri tutti indirizzati a sottolineare come l’Italia abbia fatto un grande affare con la Ryder Cup.

Di sicuro è stato un grande evento, questo è innegabile, forse però bisognerebbe capire in primis tutte le fonti dei numeri citati nell’intervista, ma al tempo stesso in che modo leggerli.

PRESENZE
Il dato ufficiale di cui parla Chimenti è di 271.191 presenze totali: considerata la capienza massima di 50.000 persone al giorno, più altre 9.500 (in eccesso) tra volontari, giornalisti (900) e persone impegnate a lavorare per l’evento, porta a un massimo di 60.000 presenze giornaliere, arrotondate sempre in eccesso.

Mettiamoli pure tutti in albergo, fingendo che nessuno abiti a Roma, non siano stati presi appartamenti in affitto e nessuno sia arrivato in camper.

INDOTTO
Ecco, prendendo quei 250 milioni dichiarati da Chimenti solo per l’indotto camere e dividendolo prima per i 60.000 (non riusciamo a far tornare le 70.000 camere di cui parla a meno che non ci sia stato qualche megalomane che ne utilizzava due diverse per notte e tutti gli spettatori fossero single) e dividendo ancora il dato per 6 notti (molto ottimistIco), il costo pro-capite per camera è di 694 euro a notte.

Curioso sarebbe poi sapere con quale logica e certezza si possano attribuire all’evento Ryder quei 3.291.000 di arrivi che si sono registrati nel Lazio nel periodo settembre-ottobre 2023.

BENESSERE PER I CIRCOLI
Al di là delle pure considerazioni numeriche (magari la Federgolf è stata tratta in inganno da fonti che hanno un pochino esagerato nel fornire i dati) quello che ci lascia stupefatti è quando il presidente Chimenti parla di “green fee raddoppiati in tutta Italia”. Se si riferisce alle presenze questo forse è successo a Roma, se invece parla del costo di un green fee anche qui è meglio se non accenna a quel “in tutta Italia”, anzi saremmo curiosi di sapere in quali circoli i green fee sono raddoppiati.

COSTI RYDER CUP
Specificato da Chimenti che tutti i proventi della manifestazione sono finiti in tasca alla Ryder Cup Europe, quindi non alla Federgolf, nell’intervista si evidenzia anche come si siano risparmiati circa 20 milioni di euro, dal momento che il costo finale è stato di 138 milioni (ricordiamo che la precedente edizione della Ryder in Francia, che ha generato numeri molto positivi in termini di nuove strutture per il golf e praticanti, costò invece meno di un terzo di quella italiana, vale a dire poco più di 40 milioni).

BILANCIO
Il presidente della Federgolf parla poi dei risultati del bilancio che, dopo aver perso nel 2022 1.643.476 euro (riducendo all’osso il patrimonio netto rimasto), conferma e anticipa per il 2023 una perdita di 13 milioni di euro che saranno però coperti con 5,5 milioni tramite contributi in arrivo dai ministeri più interessati all’evento e 6,9 milioni tramite indebitamento con l’Istituto per il Credito Sportivo.

CONCLUSIONI
Non sappiamo quale effetto boomerang possa avere per il golf italiano un’intervista di questa portata, che presenta numeri definiti da Chimenti in chiave positiva “da capogiro”. La cosa che ci lascia però ulteriormente perplessi è quando il presidente parlando del Covid gli attribuisce un effetto devastante ai fini della mancata crescita del numero di tesserati.

In tutto il mondo nel periodo della pandemia si è registrato un balzo in avanti dei praticanti di golf (proprio perché è stato il primo come disciplina a essere giustamente sdoganato dai divieti, essendo praticato in sicurezza all’aperto e con distanziamento).

In Italia infatti, nel 2020 i tesserati sono stati 86.954 (un leggero calo rispetto al 2019 dovuto ai primi mesi della pandemia), cresciuto però a 91.956 l’anno successivo e a 93.274 nel 2022. Poi, da lì, nell’anno della Ryder l’ennesima retromarcia con 500 tesserati in meno. Insomma, dei 130.000 tanto sbandierati nel 2018, quando la Federgolf decise di aumentare da 75 a 100 euro il costo della tessera per aiutare il progetto Ryder non se ne vede nemmeno l’ombra. Chimenti adesso sposta avanti la previsione e dice che questo numero dovrà essere raggiunto entro il 2027, rilanciando così al tempo stesso la sua candidatura per le prossime elezioni, dopo sei mandati e 24 anni già trascorsi alla presidenza della Federgolf. La campagna elettorale rivolta a presidenti di circolo che votano e altre importanti categorie come quella dei professionisti è già attiva dallo scorso dicembre.

Una cosa è sicura: da tempo si faticava a vedere una pagina di un quotidiano sportivo nazionale interamente dedicata al golf, con un’intervista speciale. Non sempre, però, può risultare un vantaggio, soprattutto davanti a certi numeri di bilancio.

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