L’Editoriale di Marco Bucarelli
03 febbraio 2025
In questi casi, normalmente, sarebbe buon uso dire “vinca il migliore”. In tutta sincerità, pensando soprattutto al futuro, preferiamo di gran lunga un benaugurante “vinca il golf”.
A meno di cinque mesi dalle precedenti elezioni, era il 16 settembre, oggi il mondo del golf italiano torna alle urne dopo la scomparsa del presidente Franco Chimenti.
Dai due schieramenti, ambiziosi di governare la Federgolf, in questa mini campagna elettorale non sono certo mancate promesse e polemiche, aggiustamenti di lista e pressioni. Tra molti candidati consiglieri, chi mesi fa camminava a braccetto raccogliendo deleghe adesso rifila gomitate e cerca lo sgambetto dell’ultimo minuto.
Da una parte l’uomo dei conti, il sessantenne veneziano Cristiano Cerchiai, dottore commercialista e revisore contabile attualmente componente del Collegio dei Revisori dei Conti della Federgolf; dall’altra l’imprenditore toscano Giovanni Luca Collini, 73 anni, già consigliere federale per tre mandati, mentre per 15 anni è stato presidente del Golf Le Pavoniere.
Vedremo cosa succederà nei prossimi anni e se il nuovo corso sarà capace di realizzare almeno il 30% delle promesse spese in campagna elettorale, ma soprattutto avrà il coraggio di cambiare uno statuto vecchio, tra l’altro con un sistema di votazione sostenuto dalle deleghe quanto mai desueto e lontano dalla volontà della gran parte del movimento.
Nel golf italiano, è risaputo, comanda la “casta” dei professionisti e dei maestri… meno di 700 tesserati che con il peso della loro percentuale al voto decidono le sorti delle elezioni, rappresentando l’ago della bilancia. C’è chi afferma che senza di loro una persona non potrebbe mai imparare a giocare a golf, è altrettanto vero però che senza un circolo di golf o un campo pratica a disposizione, queste lezioni non potrebbero di certo farle in strada. E queste sono strutture che ogni giorno costano (e purtroppo diverse anche chiudono), con soci che pagano quote annuali anche non indifferenti per mantenerle in vita.
Vedremo se il golf italiano sarà in grado di crescere oppure per muovere il numero dei tesserati, dopo l’ingresso del footgolf, servirà avviare anche una variante del gioco delle bocce sui green, annettendo così una nuova categoria alla Federgolf.
Il tempo giudicherà l’operato di chi andrà a occupare questa sera le poltrone da presidente e consigliere della Federazione. Noi come sempre ne saremo attenti testimoni, perché, se a qualcuno è sfuggito oppure ha interesse ad affermare il contrario, ricordiamo che abbiamo solo a cuore il bene del golf e continueremo a promuoverlo al meglio come abbiamo fatto in questi undici anni, con oltre 510 puntate settimanali in TV prodotte autonomamente, portandolo anche in chiaro attraverso la piattaforma del digitale terrestre (ma non solo) in molte case italiane.
I giochini per le poltrone o gli incarichi e quelli farciti da lusinghiere parole li lasciamo agli altri.