L’Editoriale di Marco Bucarelli

04 settembre 2024

A meno di due settimane dalle elezioni per la presidenza della Federgolf (16 settembre) continua senza sosta la campagna elettorale dei due candidati Franco Chimenti e Ivan Rota.
La caccia alle deleghe tra l’altro si è fatta ormai serrata.

A questo punto però c’è da chiedersi: quanto fair play e par condicio ci sono realmente stati?

La risposta arriva dai molti episodi che si sono registrati, perché se da una parte Ivan Rota ha potuto contare solo sulle sue forze, oltre chiaramente a quelle di diversi sostenitori che vedono di buon occhio un rinnovamento del golf italiano, soprattutto dopo aver letto l’articolato programma inviato a tutti gli addetti ai lavori, dall’altra parte fin troppo spesso ci si è appoggiati principalmente sulle strutture della Federazione e alcuni collaboratori della stessa, che percepiscono almeno un rimborso spese.

Meglio spiegarsi.

La Federgolf, recita lo Statuto, è costituita dalle Società, associazioni ed organismi sportivi dilettantistici dotati dei prescritti requisiti (art. 1), ma in tutti i punti espressi nell’articolo 4.2 (“Fini e compiti”) non c’è scritto da nessuna parte che la Federgolf deve supportare la campagna elettorale di uno o più dei suoi componenti. Ecco quindi che le tante incongruenze registratesi negli ultimi mesi minano pesantemente un concetto di fair play, ma soprattutto di par condicio.

In tutte le uscite ufficiali di Franco Chimenti e di alcuni candidati al Consiglio Federale, che ricoprono importanti incarichi nella Federgolf, non si sarebbe mai dovuto parlare di elezioni promuovendo le proprie candidature.

Forse, però, lascia ancor più allibiti quanto è successo rispetto a quello che invece prevede il “Codice Etico”, che deve essere scrupolosamente rispettato.
All’inizio dell’articolo 2.9 “Dovere di riservatezza” è specificato che “Tutti coloro che operano per conto della FIG sono tenuti a non divulgare notizie di atti e provvedimenti prima che gli stessi siano formalizzati e comunicati alle parti interessate”.

Come mai subito dopo la presentazione della candidatura di Ivan Rota, che è stata inviata il 14 agosto alle 14,02 (due giorni prima della scadenza) a mezzo pec, un presidente di circolo che aveva sottoscritto la sua candidatura dopo meno di due ore ha ricevuto una telefonata dai toni e contenuti inqualificabili da parte di un dirigente della Federgolf, tra l’altro pare addirittura presente nella lista dei candidati al Consiglio Federale?

Tra l’altro, a Ivan Rota è stata negata ufficialmente a mezzo mail la possibilità di poter intervenire in questi mesi alle assemblee dei Comitati Regionali alle quali hanno preso parte i presidenti dei vari circoli. Eppure in queste assemblee si è parlato eccome di elezioni e guarda caso due presidenti di Comitato Regionale sono tra i candidati al Consiglio Federale.

Discorso a parte, poi, quello legato agli organi d’informazione.

La Federgolf, giustamente, può elargire contributi sotto varie forme (anche abbonamenti cartacei oppure in versione online da destinare ai circoli di golf) a quelle testate che ritiene più idonee, ricevendo anche in cambio “come cortesia” qualche pagina e spazio per parlare di golf. Tutto normale, forse ciò che stona è l’utilizzo di queste pagine sotto forma di intervista dove all’interno, anziché parlare di golf per fare promozione al movimento e magari catturare l’attenzione dei neofiti, come ci si dovrebbe aspettare da questa forma di investimento, molto spazio invece è dedicato alla figura del presidente Chimenti per parlare di elezioni.

Peccato, un’altra occasione persa per dare spazio e cassa di risonanza alle tante belle promozioni e iniziative attuate da molti circoli per far arrivare nuovi golfisti oppure per dare merito e vetrina a qualche nostro giocatore che si sta comportando molto bene in questa stagione.

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