Finalmente, forse, adesso qualcuno inizierà a parlare seriamente di programmi e futuro per il golf italiano, anziché concentrarsi su quali pressioni mettere in atto per incutere timore e minacciare ripicche e ritorsioni nei confronti di chi invece auspicherebbe e ha deciso di sostenere una nuova corrente alla guida della Federgolf. Tranquilli, non stiamo vaneggiando… purtroppo è successo veramente è la cosa ci ha lasciati semplicemente esterrefatti. In ogni caso, a meno di un mese dalle elezioni federali, fissate per il 16 settembre a Roma, i termini per candidarsi nei vari ruoli alla guida del golf italiano per i prossimi 4 anni sono scaduti ufficialmente sabato 17 agosto alle ore 14:00 e adesso i nomi, al di là delle tante voci che si rincorrevano da mesi, sono diventati certi e di dominio pubblico. Ma andiamo con ordine.
CORSA ALLA PRESIDENZA Per la prima volta dopo tantissimo tempo il professor FRANCO CHIMENTI, 85 anni, da 22 alla guida del golf italiano, avrà questa volta un avversario. Si tratta del bergamasco IVAN ROTA, 65 anni, consigliere alla Regione Lombardia, già Onorevole alla Camera dei deputati della Repubblica Italiana dal 2008 al 2013, golfista fin da bambino. Per essere rieletto, però, Chimenti questa volta dovrà superare la soglia del 66,67%, vale a dire due terzi dei presenti al voto. VOCI E SCENARI Franco Chimenti. Nel 2020 quando ci furono le ultime elezioni a Parma, Chimenti si presentò da solo per la carica di Presidente, chiedendo di poter completare il percorso di avvicinamento alla Ryder Cup in Italia, di cui è stato l’unico vero artefice per l’assegnazione dell’organizzazione all’Italia. Un atto di riconoscimento dovuto, che allora fece fare un passo indietro, rimandando la propria candidatura, a chi già quattro anni fa voleva un cambiamento ai vertici. Poi, lo scorso dicembre, quando ci sono stati i primi passi verso le prossime elezioni, Chimenti un po’ a sorpresa ha deciso di ricandidarsi, prendendo in contropiede altre figure del golf italiano che erano pronte al grande passo e che forse già all’epoca avevano ricevuto promesse di sostegno. La motivazione, nonché sogno personale del professor Chimenti, sarebbe quella di presentarsi alle elezioni per la presidenza della Federgolf per poi candidarsi a quella ben più prestigiosa del Coni che da Statuto si dovrà tenere dal 1 maggio al 30 giugno 2025, dopo che il terzo mandato di Giovanni Malagò è scaduto con le Olimpiadi di Parigi. Insomma, una rielezione alla Federgolf come trampolino di lancio per la prestigiosa poltrona del Coni, non sappiamo quanto sponsorizzata dalle altre federazioni (alcuni presidenti rincorrono la stessa carica) e dalla politica, visto che Chimenti al di là del suo grande entusiasmo dovrebbe poi guidare lo sport italiano fino all’età di 90 anni. Ivan Rota. Per la prima volta qualcuno ha deciso di sfidare Chimenti. Da buon bergamasco, caparbio ma con una grande esperienza alle spalle in fatto di meccanismi elettorali, dopo che gli è stata chiusa la porta in faccia per poter presentare, in ambito di assemblee dei comitati, il suo programma ai presidenti delle varie regioni e negato anche il minimo spazio su alcuni organi di informazione del settore, Ivan Rota ha iniziato a macinare chilometri visitando direttamente a casa loro molte realtà del golf italiano, per confrontarsi e ascoltare le loro esigenze. In questi mesi, poi, si è sentito di tutto, con alcune situazioni al limite del ridicolo. È stato detto che la sua candidatura sarebbe stata bloccata da alcuni vertici della politica italiana, poi che alla fine avrebbe accettato un ruolo da consigliere e da vice presidente per assumere la guida del golf una volta che Chimenti sarebbe salito al vertice del Coni (identica situazione promessa ad almeno altri sette personaggi del golf italiano, alcuni dei quali non si presenteranno nemmeno per la carica di consigliere, forse magari aspettando di rimettersi in corsa nel caso si debba andare a un secondo turno elettorale). Poi, che non ci sarebbe stata storia sull’esito delle elezioni perché, deleghe comprese, Chimenti avrebbe già sicuro il 90% dei voti, mentre da un nostro approfondimento giornalistico ci risulta che la soglia minima del 66,67% oggi appare come una scalata all’Everest in piena tormenta. In ogni caso, per essere eletti alla presidenza della Federgolf senza dover ritornare al voto entro il termine del 15 marzo 2025 fissato per tutte le Federazioni (questo vorrebbe dire ulteriori costi da sostenere per la Federazione, ma anche per i singoli elettori), Ivan Rota dovrà ottenere il 50% + 1 voto di chi sarà presente a Roma il 16 settembre . Situazione nuova questa della maggioranza assoluta, perché se non si concretizza al primo turno, anziché procedere subito in seduta stante con un nuovo turno di votazione com’era previsto fino a pochi mesi fa in presenza di almeno tre candidati iniziali (questo ha scoraggiato in questa fase nuovi nomi), dovranno essere indette nuove elezioni ricominciando tutto da capo, con la sola esclusione del professor Chimenti che però resterebbe con l’attuale consiglio ancora in carica fino al termine massimo del 15 marzo 2025. La candidatura di Ivan Rota è stata sostenuta da 18 presidenti (ne servivano 10), ma molti altri dopo aver ricevuto una serie di telefonate e whatsApp poco simpatici, pur condividendo le sue idee, hanno deciso di non esporsi pubblicamente. Lo faranno nel giorno del voto. CANDIDATI CONSIGLIERI Mai così tanti hanno deciso di presentare la propria candidatura e infatti in corsa per uno dei 7 posti da consigliere ci sono ben 17 nomi. Questo l’elenco completo in ordine alfabetico: Pietro Apicella (Presidente San Vigilio Golf), Giuliano Bagnoli (Presidente Golf Parco di Firenze), Roberto Berger (Presidente Golf Barlassina), Anna Noemi Camilotti (Presidente Golf Frassanelle), Marco Francia (Presidente Comitato Regionale Piemonte), Massimo Franco (Socio Golf Lignano), Stefano Frigeri (Presidente Comitato Regionale Emilia Romagna), Stefano Iacobelli (Presidente Olgiata Golf), Marco Lanza (Giornalista professionista socio Golf Brianza), Maria Amelia Lolli Ghetti (Presidente Golf Margara), Enrico Lulli (Presidente Golf Fioranello), Stefano Mazzi (Consigliere uscente / Vice Presidente Federgolf), Vincenzo Mora (Arbitro Golf socio Golf del Ducato), Carlo Paolo Negroni (Presidente Golf Riva Toscana), Manola Neri (segretaria Golf Alisei), Roberto Tavecchio (Presidente Golf La Pinetina), Alberto Treves de Bonfili (Consigliere uscente Federgolf). infine, per la carica di Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti sono candidati Cristiano Cerchiai, Maurizio Dell’occhio e Andrea Scapuzzi; mentre per gli altri ruoli da Consigliere Federale Stella Coppi (Atleti dilettanti), Vittorio Andrea Vaccaro (Atleti professionisti), Stefano Betti e Riccardo Valeri in rappresentanza dei Tecnici allenatori. CONCLUSIONI Da oltre dieci anni Golf Television è una testata giornalistica indipendente che investe di tasca propria per promuovere il golf in Italia e ha sempre dato spazio gratuitamente a tutti i circoli italiani che avevano piacere di intervenire nel nostro programma settimanale, l’unico in onda in chiaro sul digitale terrestre. Il nostro lavoro ci è sempre piaciuto farlo a livello giornalistico esprimendo liberamente le nostre idee e così lo sarà anche in futuro. Non siamo la “Pravda” del regime, ma attenti osservatori pronti a evidenziare il bene e il male del golf italiano, al fine di dare il nostro piccolo contributo per poter migliorare e crescere un movimento che da troppo tempo è stagnante. Quando abbiamo iniziato a occuparci di golf per la prima volta 31 anni fa, organizzando un primo circuito di golf, credevamo ingenuamente alle tante belle parole e ai numerosi progetti che si rincorrevano tra gli addetti ai lavori. In tutti questi anni, a nostro modesto avviso, è stato fatto gran poco da chi aveva la possibilità di far crescere il golf in italia. Ma la cosa più triste è quella di aver raccolto il recente sfogo di imprenditori che in questi ultimi mesi si sono sentiti dare “consigli” poco eleganti, e al limite della denuncia, da parte di personaggi che invece dovrebbero solo occuparsi di fare il bene del golf. Ci auguriamo che tutto questo non accada ancora nei giorni a seguire, al di là di ogni singola strategia messa in atto al fine di indirizzare voti in una direzione piuttosto che un’altra oppure “spingere” verso un’ondata di schede bianche, che porterebbero a nuove elezioni entro sei mesi, perché questo sarebbe ancor più avvilente per chi in questo mondo ci lavora ogni giorno e investe quattrini, tempo e passione per una crescita difficile. Alĕa iacta est, il dado è tratto, vincano i migliori. Possibilmente con idee concrete in testa e non facili utopie.
L’Editoriale di Marco Bucarelli
18 agosto 2024